E’ stata confermata la correlazione tra inquinamento e possibili malattie, tra cui una molto grave a cui si andrebbe incontro.
Uno dei più grandi problemi al mondo dell’ultimo decennio è il terribile inquinamento ambientale ed atmosferico. Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione all’argomento, gli studi stanno dimostrando che la situazione peggiora di giorno in giorno. Non è a rischio solo il pianeta, ma anche la nostra salute.
Alcuni studi condotti dalla Emory University di Atlanta ha portato avanti una ricerca sugli effetti del cervello di alcune persone esposte a lungo al particolato fine, chiamato semplicemente PM2.5. Sono delle particelle presenti nell’aria invisibili all’occhio umano, del diametro inferiore a 2,5 micron.
E’ appurato che tali particelle penetrino a fondo nei tessuti del corpo umano, raggiungendo e oltrepassando anche la barriera emato-encefalica. La diffusione delle particelle di PM2,5 è strettamente legata al traffico delle automobili, ed è la principale causa di inquinamento ambientale nelle più grandi città del globo terrestre.
L’assistente professor Anke Huels ha spiegato: “Abbiamo esaminato un punteggio utilizzato per valutare le placche amiloidi nel cervello, in campioni autoptici, e abbiamo dimostrato che i donatori che vivono in aree con livelli più elevati di inquinamento atmosferico, e anche livelli più elevati di placche amiloidi nei loro cervello“. Cosa significa tutto questo?
Una malattia grave a cui siamo predisposti
Il professore, collaboratore della ricerca, ha descritto quali sono le conseguenze di questa situazione: “Abbiamo scoperto che i volontari che vivevano in aree con alte concentrazioni di esposizione all’inquinamento atmosferico legato al traffico, in particolare esposizione a PM2,5, avevano livelli più elevati di neuropatologia del morbo di Alzheimer nel cervello“.
L’encefalo umano contiene al suo interno delle placche amiloidi, le quali modificano la loro funzionalità se a stretto contatto con alti livelli di PM2,5. Le persone del campione della ricerca con un’esposizione maggiore di 1 ug/m3 a PM2,5 durante ’anno prima della morte avevano il doppio delle probabilità di avere un numero maggiore di placche amiloidi nel cervello, mentre coloro che sono stati esposti per una durata maggiore nei tre anni prima del decesso, hanno sviluppato l’87% di probabilità in più.
Inoltre Huels e il suo team di ricercatori hanno studiato se la variante genetica ApoE4 fosse collegato ai segni dell’Alzheimer nel cervello e l’inquinamento atmosferico: “Abbiamo scoperto che l’associazione tra l’inquinamento atmosferico e la gravità della malattia di Alzheimer era più forte tra coloro che non portavano un allele ApoE4, coloro che non avevano quel forte rischio genetico per la malattia di Alzheimer“.
Cosa significa questo? “Le esposizioni ambientali come l’inquinamento atmosferico possono spiegare parte del rischio di Alzheimer in persone il cui rischio non può essere spiegato da un fattore di rischio genetico“, ha precisato Hiels. rusultati di tale ricerca sono stati pubblicati sulla la rivista medica online Neurology dell’American Academy of Neurology.