Basta un piccolo sforzo giornaliero, o almeno settimanale, per elevare una solida barriera difensiva contro il cancro alla prostata: a dirlo è un nuovo studio scientifico.
Il cancro alla prostata è uno dei rischi più insidiosi per gli uomini da una certa età in poi. E lo stile di vita prevalente nelle nostre società – sedentarismo, stress e via di seguito – non aiuta certo a contrastarlo. A partire da questa premessa un nuovo studio svedese, pubblicato sull’autorevole British Journal of Sports Medicine, ha messo in risalto un dato cruciale che può fare la differenza sul piano della prevenzione e della sopravvivenza alla malattia.
In Italia il tumore alla prostata è il più frequente tra i maschi e rappresenta quasi il 20% di tutte le neoplasie che colpiscono gli over 50. Nel nostro paese si registra una forte crescita di questa malattia, che è anche la più frequente forma di cancro maschile nei Paesi Occidentali. Nel 2022 i nuovi casi l’anno sono stati 40.500, contro i 34.800 del 2017. Di qui l’importanza di far tesoro delle conclusioni dello studio in questione.
La pratica virtuosa che mette fuori gioco il cancro alla prostata
In quello che è uno degli studi più vasti mai condotti sia per la durata temporale sia per il numero dei partecipanti, un’équipe di ricercatori del Dipartimento di attività fisica e salute della Scuola svedese di scienze dello sport e della salute di Stoccolma ha constatato che l’attività fisica in generale protegge maggiormente dal cancro alla prostata, con una riduzione del 35% dei casi, se viene aumentata anche solo del 3% l’attività cardiorespiratoria del nostro organismo.
Gli autori della ricerca hanno monitorato 57.652 uomini svedesi dal 1982 al 2019 mettendo in luce le relazioni tra fitness cardiorespiratorio (Crf) e incidenza di cancro alla prostata con conseguente rischio di mortalità. E rilevando come un’infiammazione locale e sistemica sia associata a un aumento del rischio di cancro alla prostata (avanzato). A 592 dei quasi 58mila partecipanti (l’1%) è stato diagnosticato un cancro alla prostata mentre 46 sono morti a causa di questo tumore.
Ma il dato cruciale è che i soggetti che avevano incrementato solo del 3% l’attività fisica rispetto a tutti gli altri “presentavano un rischio di incidenza di cancro significativamente più basso rispetto a quelli che avevano mantenuto il loro Crf stabile”. Incrementando l’attività sportiva per quella esigua percentuale, il rischio di contrarre il tumore alla prostata diminuisce del 35%.